venerdì 25 febbraio 2011

Istanti

Se potessi vivere di nuovo la mia vita.

Nella prossima cercherei di commettere più errori.

Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.

Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,

di fatto prenderei ben poche cose sul serio.

Sarei meno igenico.

Correrei più rischi,

farei più viaggi,

contemplerei più tramonti,

salirei più montagne,

nuoterei in più fiumi.

Andrei in più luoghi dove mai sono stato,

mangerei più gelati e meno fave,

avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.

Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto

della loro vita sensati e con profitto;

certo che mi sono preso qualche momento di allegria.

Ma se potessi tornare indietro, cercherei

di avere soltanto momenti buoni.

Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,

di momenti: non perdere l'adesso.

Io ero uno di quelli che mai

andavano da nessuna parte senza un termometro,

una borsa dell'acqua calda,

un ombrello e un paracadute;

se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere

comincerei ad andare scalzo all'inizio

della primavera

e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri in calesse,

guarderei più albe,

e giocherei con più bambini,

se mi trovassi di nuovo la vita davanti.

Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.



Jorge Luis Borges

giovedì 24 febbraio 2011

Il tempo

Il tempo che non è come quello degli orologi delle stazioni, la cui lancetta grande scarta di cinque in cinque minuti, ma piuttosto come quello degli orologi piccolissimi, nei quali il moto delle lancette è impercettibile alla vista, o come l’erba che nessun occhio vede crescere, come un bel giorno non si può negare; il tempo, una linea composta tutta di punti senza dimensione (e qui l’infelice e defunto Naphta avrebbe chiesto probabilmente come facciano tante non esistenti dimensioni a formare una linea); il tempo, diciamo, alla sua maniera strisciante, impercettibile, segreta e tuttavia laboriosa, aveva continuato a produrre mutamenti.


Thomas Mann, La montagna incantata

mercoledì 23 febbraio 2011

Quegli istanti erano uno specchio.

Entrambi eravamo del tutto sinceri e senza alcuno schermo. Se c’era una possibilità di vivere insieme, essa ci era data in quegli istanti, in un rumoroso ristorante di Münster nel quale entrambi, o anche ciascuno per conto suo, potevamo ritornare ad attingere energia e conferma. Quegli istanti erano uno specchio nel quale potevamo guardare e scoprire due immagini: quello che il destino aveva voluto fare e quello che aveva realmente fatto di noi. Non era poco. Gli errori derivano sempre dall’aver perduto la prima delle due immagini.


Erich Maria Remarque, La notte di Lisbona

martedì 22 febbraio 2011

Il mio cuore aveva bisogno di questo

Il mio cuore aveva bisogno di questo: della pace di un focolare sereno. Partecipare alle profonde emozioni romanzesche della vita è stato come aver assistito a un grande naufragio: si sente allora la necessità consolatrice delle cose tranquille.

Eça De Queiroz, Ramalho Ortigao
I misteri della strada di Sintra

martedì 15 febbraio 2011

Se la nostra epoca dovesse meritare un nome, dovrebbe chiamarsi epoca della prostituzione.

Heinrich Boll, Opinioni di un clown

lunedì 14 febbraio 2011

Io sono un clown, e faccio collezione di attimi.


Heinrich Boll, Opinioni di un clown

mercoledì 9 febbraio 2011

Fuori orario

Le rose profumano, non sanno che è il loro mestiere

Le nonne imbiancano soltanto per dovere

Sono tempi scuri in cui è difficile trovare ombra

I fiori sanno sempre ripararsi dalla vergogna


I dubbi esplodono davanti a due sentieri:

uno fatto di specchi ma senza desideri,

l'altro di spine e voglia di ricominciare,

lascio quello che trovo e cerco di trovare


fuori orario si conquista
la medaglia dell'esperto equilibrista

un funambolo che vola fischiettando a squarciagola

come dire... la fatica è una storia che non mi riguarda

e no! e no! e no! no che non mi fermerò

manca il paradiso e la voce di Charlot!!


i fiori dicono che è tempo di fiorire

e non sono curiosi su come andrà a finire

sono tempi scuri in cui è difficile trovare ombra

lascio il tempo che trovo...


fuori orario mi guadagno
una candela, e mi imprestano una sfera

per rileggere il passato un po' falso e comandato

come: l'uomo sulla luna

come pioggia sulla sfortuna!

e no! e no! e no! no che non mi fermerò

datemi una chitarra e me la canterò


(Bandabardò)

martedì 8 febbraio 2011

Dann Rail

Ognuno ha davanti le sue rotaie, che le veda o no.

Alessandro Baricco, Castelli di Rabbia

venerdì 4 febbraio 2011

Ex Libris

non c'è libro tanto cattivo che almeno una parte non giovi.

Plinio il vecchio... o Plinio il Giovane?

Diritti imperscrittibili del Lettore

I. Il diritto di non leggere

II. Il diritto di saltare le pagine

III. Il diritto di non finire un libro

IV. Il diritto di rileggere

V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa

VI. Il diritto al bovarismo (Il termine bovarismo indica l'attitudine degli uomini a credersi e a vedere le cose diversamente da quelle che sono, a sognare delle felicità irrealizzabili, irraggiungibili.)

VII. Il diritto di leggere ovunque

VIII. Il diritto di spizzicare

IX. Il diritto di leggere a voce alta

X. Il diritto di tacere

Daniel Pennac, Come un romanzo

giovedì 3 febbraio 2011

Moi

Quale gobba?

Il destino è quel che è...

Il destino è quel che è
non c'è scampo più per me...

mercoledì 2 febbraio 2011

Il mare

Niente paura. Il mare è là. È sempre là. Si può stare lontani anche per tanto tempo ma poi, quando si torna, è ancora là.
Christian Gailly, Una notte al club



martedì 1 febbraio 2011

Ho iniziato...

Ho iniziato a smetterla con i miei contorsionismi mentali e mi sono accorta che la vita non è sempre così complicata, che non dobbiamo necessariamente struggerci dal dolore per amare qualcuno, che l'amore è anche leggerezza, è libertà condivisa, e che la vita va affronata con quel pò di sana incoscienza che ci permette di realizzare tanti sogni che altrimenti rimarrebbero tali...

Dove corre il cavaliere?

Dove corre il cavaliere? Il più delle volte verso la morte. Ma per vivere, per una vita più bella, più giusta, più piena, più profonda.

Nazim Hikmet, Gran bella cosa è vivere, miei cari